Camorra, la cattura del latitante Cinquegrana: un duro colpo a sei clan

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La cattura in Spagna di Vincenzo Cinquegrana, broker internazionale della cocaina rappresenta un duro colpo al mercato della droga non solo della Campania.

Cinquegrana infatti faceva affari con tutti: in particolare, si e’ occupato dello scambio di droga in Sudamerica con contatti diretti con i boss del cartello di Medellin, riuscendo a inviare grandi carichi di ‘polvere bianca’ fino a Salerno, su nave, sotto la regia dei clan napoletani che da Valencia, in Spagna, controllavano i traffici illeciti.

L’ex latitante, tradito dai profili social e catturato a L’Hospitalet de Llobregat, una cittadina di 200mila abitanti a pochi chilometri da Barcellona, non appartiene ad alcun gruppo di camorra, ma con altri complici riempiva le piazza per sei gruppi nei quali operavano elementi legati ai cinque clan: i Lo Russo di Miano, i De Tommaso di Forcella (la famiglia di Genny ‘a carogna), i Castaldo di Caivano, i Gionta a Torre Annunziata, gli Aquino-Annunziata a Boscoreale e i Pecoraro-Renna di Eboli, Battipaglia e la Piana del Sele. Ma riforniva di droga anche la piazza di Roma e quella di Milano.



    Destinatario di una misura cautelare nel 2013 con altre 141 persone, diventata poi procedimento giudiziario chiuso con sentenza, riusci’ a scappare.

     

    “Complimenti ai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza per l’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha condotto all’arresto in Spagna di Vincenzo Cinquegrana, inserito dal 2013 nell’elenco dei latitanti pericolosi redatto dal Viminale”.

    Lo ha dichiarato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Grazie alla professionalità e alla dedizione degli investigatori che hanno effettuato il costante monitoraggio dei canali social ed attivato un continuo scambio informativo con la polizia spagnola – ha sottolineato la titolare del Viminale – è stato possibile ricostruire la rete di relazionali e abitudini del ricercato e assicurarlo così alla giustizia”.

    “Un risultato importante che dimostra ancora una volta la capacità delle nostre forze di polizia di stabilire efficaci rapporti di collaborazione internazionale, in grado di contrastare efficacemente una criminalità che agisce al di fuori dei confini nazionali, confidando sul collegamento con organizzazioni che operano all’estero e sui comuni interessi illeciti soprattutto nel traffico di stupefacenti”, ha concluso Lamorgese sottolineando “l’impegno quotidiano di magistratura e forze dell’ordine per garantire legalità e sicurezza”. 

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