Oscar, delusione Sorrentino: trionfa Coda-I segni del Cuore

SULLO STESSO ARGOMENTO

Coda- I Segni del Cuore trionfa come miglior film agli Oscar e l’Italia resta a bocca asciutta.

Nella notte degli Oscar che incorona la pellicola di Sian Heder sfuma il sogno di un bis per Paolo Sorrentino, che non riesce a ripetere l’exploit realizzato tra i film stranieri con ‘La Grande Bellezza’ nel 2014. Il suo ‘È stata la mano di Dio’ non riesce a sovvertire i pronostici che davano come grande favorito ‘Drive My Car’ del giapponese Yusuke Hamaguchi, poi effettivamente premiato.

Niente da fare nemmeno per Enrico Casarosa e il suo ‘Luca’, battuto dal film d’animazione della Disney ‘Encanto’, e per Massimo Cantini Parrini, che era candidato insieme a Jacqueline Durran per i costumi di Cyrano nella categoria che ha visto premiata Jenny Beavan per Crudelia.



    Dopo l’edizione a fari spenti dello scorso anno, la notte delle stelle torna glamour come ai tempi pre-pandemia ed è destinata a passare alla storia per più di un motivo: dalla vittoria di un film tutto interpretato nel linguaggio dei segni e che inaugura l’era delle piattaforme streaming agli Oscar (Apple Tv+ lo ha acquistato un anno fa e ora è già in prima tv su Sky Cinema) fino all’incredibile fuoriprogramma, l’alterco con tanto di pugno tra Will Smith e Chris Rock.

    Resta sullo sfondo la guerra in Ucraina, ricordata dagli attori in ordine sparso sul red carpet e nei discorsi sul palco (“Nelle ultime settimane, il mondo è rimasto scioccato da un’invasione non provocata e da un atto di aggressione”, le parole più significative pronunciate da Mila Kunis che in Ucraina ci è nata) così come dalla stessa Academy con un minuto di silenzio, ma mai al centro della scena.

    Il possibile discorso di Zelensky e anche l’idea lanciata da Sean Penn di un boicottaggio della cerimonia, qualora non fosse stata data voce al leader ucraino, non ha avuto seguito. Tornando ai film, fa incetta di premi ‘Dune’ di Denis Villeneuve già prima dell’inizio della cerimonia (per la controversa decisione dell’Academy di tagliare dalla diretta ben otto categorie).

    La neozelandese Jane Campion trionfa come miglior regista con il western ‘Il potere del cane’ (è la terza donna a essere premiata in questa categoria dopo Kathryn Bigelow nel 2010 e Chloé Zhao lo scorso anno), ma perde il testa a testa con ‘Coda’ per la statuetta più ambita dopo essere partito con ben 12 nomination.

    La spunta il coraggioso film di Sian Heder che racconta la storia di una famiglia sordomuta dove la figlia, unica udente, è chiamata a prendere decisioni difficili per aiutare la sua famiglia e coltivare il suo talento per il canto. “Scrivere e realizzare questo film mi ha davvero cambiato la vita come artista ed essere umano”, ha detto la regista. ‘Coda’ ha vinto l’Oscar in tutte le categorie per cui era in corsa: miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista con Troy Kotsur (è la seconda volta che un attore non udente vince un Oscar dopo Marlee Matlin).

    La migliore attrice non protagonista di questa edizione è invece Ariana DeBose, attrice afro-latina in prima linea per i diritti Lgbtq (“Sono la prima donna nera apertamente omosessuale a vincere l’Oscar”, ha sottolineato dal palco), mentre nel ruolo della protagonista è stata premiata Jessica Chastain per ‘Gli occhi di Tammy Faye’.

    Il premio come miglior attore a Will Smith (Una famiglia vincente – King Richard) è stato invece preceduto dal momento più ad alta tensione di questa edizione e non solo. L’attore non ha gradito una battuta infelice di Chris Rock sui capelli di sua moglie Jada Pinkett-Smith, che nel 2018 ha rivelato di soffrire di alopecia, e dopo averlo raggiunto sul palco gli ha sferrato un pugno. Tornato al suo posto, lo ha poi invitato con toni forti a non ripetere più il nome di sua moglie.

    “L’amore fa fare cose folli”, ha poi detto Will Smith in lacrime ritirando il suo premio e scusandosi con i colleghi. La chiusura ha regalato ancora emozioni, con Liza Minnelli in sedia a rotelle accolta dalla standing ovation del pubblico al momento dell’annuncio del miglior film insieme a Lady Gaga.

    Un tributo che prima era stato destinato anche a Francis Ford Coppola, sul palco insieme a Robert De Niro e Al Pacino per la celebrazione dei 50 anni de ‘Il Padrino’. Nel corso della cerimonia sono stati ricordati ‘In Memoriam’ i grandi del cinema scomparsi nell’ultimo anno: tra loro, anche Lina Wertmuller.



    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui


    LEGGI ANCHE

    Acerbi: “Abbiamo perso tutti, dispiaciuto per Juan Jesus”

    Francesco Acerbi: "Sono triste e dispiaciuto per l'accusa di razzismo"

    Acquista figurine, gli spediscono anche la droga: sequestro dei carabinieri a Pompei

    Inizio d'anno bizzarro per due cittadini che hanno visto i loro innocui acquisti online trasformarsi in episodi da cronaca nera. Il primo caso ha come protagonista un uomo che, navigando sul web alla ricerca di una scena campestre da aggiungere al suo presepe, si è ritrovato con un inaspettato carico di 10 chili di marijuana. La scoperta ha sollevato non solo stupore ma anche una domanda piuttosto insolita: chi, invece del previsto carico di droga,...

    Castellammare choc: in rete tutte le immagini dell’omicidio di Alfonso Fontana

    Era arrivato con qualcuno a Torre Annunziata la sera in cui fu ucciso Alfonso Fontana, il rampollo della nota famiglia di camorra dei "Fasano" di Castellammare di Stabia. Per il suo omicidio è in carcere da un mese uno dei boss del quartiere Moscarella, Catello Martino detto "puparuolo". La novità investigativa per i soli media la si evince da un video , che stava circolando in rete da due giorni e che è stato diffuso...

    Si è pentito il super boss Francesco Schiavone “Sandokan”

    Un terremoto nel mondo camorristico: il boss dei Casalesi, Francesco Schiavone "Sandokan", dopo 26 anni dal suo arresto, ha deciso di collaborare con la giustizia. La notizia, riportata da Cronache di Caserta, ha sconvolto la comunità casalese e rappresenta una svolta epocale nella lotta contro la camorra. Un regno di terrore che si sgretola. Sandokan, 71 anni, era considerato l'uomo che ha spodestato Antonio Bardellino, altro noto capoclan. Arrestato nel 1998 e condannato all'ergastolo per diversi...

    IN PRIMO PIANO

    LE VIDEO STORIE