Sos sui fondi Pnrr: Caserta rischia di perderli

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Il Comune di Caserta rischia di perdere i fondi del Pnrr non avendo ancora approvato il Piano urbanistico comunale (Puc). Lo dice a chiare lettere il ‘Movimento Speranza per Caserta’, che si prepara a presentare, attraverso il consigliere comunale Dino Fusco, un’interrogazione alla giunta guidata dal sindaco Carlo Marino appoggiata da una petizione firmata da numerosi cittadini.

“In questi giorni – spiega in una nota il Movimento – abbiamo appreso dalla Direzione generale regionale per il Governo del Territorio che i comuni come il nostro, cioe’ sprovvisti di P.U.C., non potranno accedere alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Sono anni che il Movimento Speranza per Caserta chiede l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale, obbligatorio in base alla Legge Regionale (la nunero 16 del 28 dicembre 2004), che permetterebbe la programmazione di interventi e la valorizzazione del territorio.

Ma sull’argomento, anche in questa Consiliatura, c’e’ enorme disinteresse”. Il nuovo Puc dovrebbe statuire anche sul Macrico, l’area di 33 ettari situata al centro di Caserta e di proprieta’ dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, utilizzata dall’Esercito per oltre un secolo come caserma del settore logistico (da qui l’acronimo Macrico, che significa Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati), quindi dismessa a meta’ anni ’80 e da allora mai utilizzata; il Vescovo di Caserta Pietro Lagnese, nel Te Deum del 31 dicembre, annuncio’ che l’area sara’ messa “a disposizione della citta'”.



    “L’emergenza P.U.C – spiega il coordinatore cittadino di Speranza per Caserta Danilo Giaquinto – contiene anche l’emergenza dell’Area Macrico, nuovamente sotto i riflettori dopo il Te Deum del nostro Vescovo Pietro Lagnese. Occorre, come diciamo da anni, classificare la zona con il codice F2, evitando cosi’ le speculazioni edilizie che potrebbero compiersi. Marino si muova. Non permetteremo che Caserta possa perdere i fondi del PNRR ne’ tantomeno che il Macrico diventi un cantiere aperto”, conclude Giaquinto.



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