Morti sul lavoro, continua la strage: oggi cinque casi

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Morti sul lavoro, continua la strage: cinque le vittime di oggi in diversi incidenti.

A Leffe, nella Bergamasca che dall’inizio dell’anno conta gia’ sei deceduti, un autotrasportatore di 59 anni è morto travolto da cinque tonnellate di imballi in plastica riciclata caduti dal suo autoarticolato. Due lavoratori sono invece soffocati all’interno di una cisterna, in una azienda vitivinicola delle Langhe cuneesi, mentre un agricoltore di 48 anni e’ stato schiacciato dal suo trattore, che si e’ ribaltato, in una frazione di Pieve di Teco, in Liguria. Non ce l’ha fatta, infine, l’operaio di 59 anni ricoverato da lunedi’ all’ospedale Torrette di Ancona per le ferite riportate cadendo nello stabilimento Scandolara di Ascoli Piceno.

L’incidente piu’ grave alla Fratelli Martini di Cossano Belbo (Cuneo), rinomata azienda vitivinicola nota con i suoi marchi in tutto il mondo. Gianni Messa, 58enne di Pocapaglia (Cuneo), addetto alla cantina e responsabile della sicurezza, e Gerardo Lovisi, operaio 45enne di Nizza Monferrato (Asti) sono morti per le esalazioni di azoto in una cisterna. I due addetti sono stati estratti incoscienti dai soccorritori, che hanno tentato di rianimarli per venti minuti, ma invano. Oltre all’elisoccorso sono intervenuti i vigili del fuoco di Alba e Santo Sefano Belbo, insieme ai carabinieri ma per Gianni Messa e Gerardo Lovisi non c’è stato nulla da fare.  L’incidente si e’ verificato nel cuore delle Langhe cuneesi, nella famosa azienda vitivinicola Fratelli Martini, fondata nel 1947. Da tempo dipendenti dell’azienda, i due erano impegnati nella bonifica di una cisterna utilizzando azoto gassoso. Per cause in corso di accertamento, sembra per recuperare un attrezzo caduto, i due si sono introdotti uno dopo l’altro nella cisterna e sono svenuti. Estratti dai vigili del fuoco, i tentativi di rianimarli da parte dei sanitari sono stati inutili.

La strage di oggi era inizata a Leffe in provincia di Bergamo, dove ha perso la vita Bruno Bardi, un autotrasportatore di 59 anni che stava scaricando il camion con il quale era giunto alla ditta Plastic Leffe, in via Pezzoli D’Albertoni. E’ rimasto schiacciato dal carico, che lo ha travolto.



    La vittima abitava a Treviso e, stando a quanto ricostruito da vigili del fuoco e carabinieri intervenuti alla ditta bergamasca, è stato travolto da un carico di 5 quintali che stava scaricando dal mezzo pesante che aveva appena parcheggiato nel cortile dell’azienda di Leffe.

    Aveva un allevamento a San Bernardo di Conio, ma a Pieve di Teco aveva ancora una stalla che affittava e una campagna, che secondo quanto riferito curava con molta passione, Fabio Rovere, l’agricoltore 48enne ucciso in Liguria dalla fresa del suo trattore, che si e’ ribaltato.

    Per i sindacati di tutta Italia la sicurezza sul lavoro diventa dunque una “vera emergenza sociale”, che richiede interventi mirati e tempestivi. “In tutti i luoghi di lavoro devono essere applicate e rispettate le misure normative e contrattuali previste, altrimenti non si puo’ piu’ parlare di ‘incidenti sul lavoro’, ma di una strage consapevole che ha dei responsabili – dicono i rappresentanti dei lavoratori -. Non possono piu’ bastare le dichiarazioni di buone intenzioni e gli appelli, chi e’ demandato ad intervenire, deve farlo!”.

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    “E’ ancora morte sul lavoro, ancora una volta in provincia di Cuneo. Un’altra notizia tragica, una strage che non si arresta e cresce, nonostante gli appelli, le buone intenzioni, le manifestazioni e le proteste”. La Cgil della provincia di Cuneo con la Flai, la sigla del sindacato che si occupa di lavoratori agricoli, ha commentato cosi’ la morte dei due operai in una cisterna dell’azienda vinicola a Cossano Belbo. “Non parliamo piu’ di incidenti sul lavoro, perche’ questa e’ una strage consapevole che ha dei responsabili – aggiunge il sindacato -. Siamo sconvolti, colpiti di nuovo nella nostra realta’, a pochi giorni dal presidio unitario dedicato alla sicurezza sul lavoro. Oggi ci stringiamo intorno ai familiari e ai colleghi delle vittime, e’ il momento del lutto, della rabbia. Domani ritorneremo ancora, e ancora fino a che sara’ necessario, a chiedere che la vita delle persone valga sempre, che il lavoro ritrovi il significato di sostegno, di appoggio, e non di pericolo e di morte”.


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