foto archivio
”Ricominciare da zero. Riformare. Indietro non si può tornare. Ma i calciatori devono sedersi allo stesso tavolo di queste riforme. Invece il sindacato è delegittimato, è in difficoltà”. E’ il ruolo che rivendica per l’Assocalciatori Marco TARDELLI, candidato alla presidenza dell’Aic, in una lunga intervista a ‘Il Giornale’ in occasione dei 110 anni della Nazionale azzurra. ”I presidenti devono capire che gli attori sono quelli che vanno in campo, quelli che, però, vengono messi ai margini. Anche per le nuove regole. Ma che storia è quella del fallo di mano? Ma se si corre, se ci si stacca in volo dove puoi tenere le braccia? E il fuorigioco così regolamentato?”, prosegue TARDELLI.
”Le partite a porte chiuse? Una bruttura ma non ci sono alternative -aggiunge il campione del mondo a Spagna ’82 che sul coronavirus conclude-. Ho giocato molte volte in condizioni fisiche precarie ma rischiavo io, non altri. Stavolta sarei preoccupato ma, come detto, sono i calciatori, compatti, a dare una risposta. La paura, la preoccupazioni sono emozioni umane. Ma trovo impossibile se non idiota il divieto ad abbracciarsi. Avete in mente l’abbraccio di Riva a Rivera dopo il gol contro la Germania, quello di Bobby Moore a Pelé, il bacio mio con Michel Platini. Questo è il calcio, liberazione, festa, gioia. Questa è la vita”.
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