Sorpreso a fornire coca a un noto commerciante: scarcerato il ras dello spaccio di Scafati

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Scafati – Poggiomarino. Sul finire del mese di luglio Domenico Albano, 52 enne pluripregiudicato appartenente alla famiglia dei narcotrafficanti scafatesi dei benedetti era stato arrestato in flagranza di reato perché aveva ceduto una dose di cocaina ad un noto commerciante di Poggiomarino sotto gli occhi delle forze dell’ordine. Con lui era stato arrestato anche Ambrosio Pasquale, anch’egli gravato da innumerevoli precedenti. Era stato quest’ultimo a cedere materialmente la sostanza stupefacente all’acquirente. I carabinieri di Poggiomarino avendo visto il noto commerciante in evidente agitazione, col telefono in mano, in attesa del rifornimento dello sballo si erano appostati ed avevano intercettato lo scambio. Dopo la cessione, una pattuglia aveva  fermato Albano ed Ambrosio mentre altri carabinieri avevano bussato alla porta del tossicodipendente che era stato bloccato mentre stava consumando la dose ed aveva ancora il naso sporco di cocaina. In sede di direttissima, i due erano stati mandati in carcere, in quanto l’acquirente aveva riconosciuto nella persona dell’Albano lo spacciatore che lo aveva rifornito. Tra l’altro, si trattava di cessione avvenuta sotto gli occhi dei carabinieri.  Lo stesso acquirente aveva precisato che il numero telefonico dello spacciatore gli era stavo fornito da altri pusher e che Albano faceva parte di un sistema organizzato di spaccio. Nell’abitazione del pluripregiudicato furono rinvenuti un bilancino di precisione, un rotolo di buste di cellophane ed alcune bustine termosaldate che erano state gettate nel secchio della spazzatura. Sulla base di questa gravità indiziaria, il giudice aveva ritenuto sussistente il 73 primo comma del testo unico stupefacenti ed aveva spedito in carcere i due pusher dal curriculum assolutamente allarmante. La difesa dei due indagati affidata all’avvocato Gennaro De Gennaro aveva prontamente impugnato l’ordinanza cautelare dinanzi al tribunale della libertà. Il riesame che si è svolto nella giornata di mercoledì ha accolto le eccezioni difensive ed ha scarcerato i due indagati mandandoli agli arresti domiciliari.
La difesa ha provato che il bilancino serviva alla figlia del pregiudicato per la sua dieta, in quanto la donna pesava oltre 200kg. Non solo ma che vi erano prove che l’acquirente conoscesse l’Albano e che non era vero che il numero gli era stato dato da altri pusher in quanto la moglie del commerciante aveva sempre noleggiato l’auto presso l’agenzia di noleggio dell’indagato e vi era traccia di contatti personali tra lo spacciatore e l’acquirente. Di fatti era stato smentito il tossicodipendente facendolo bollare come inattendibile. Elementi di prova “nuovi” che sono serviti al collegio a considerare la questione di minima entità. Sul finire di settembre è attesa la sentenza su questa ipotesi di reato ormai ridimensionata ma nel frattempo i due indagati sono stati miracolosamente scarcerati ed hanno visto ricondurre la vicenda contestata nel V comma dell’articolo 73 che comporterà una notevole riduzione di pena.



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