Cronaca Nera

Accordo tra i vecchi boss di Secondigliano e i Moccia di Afragola per gestire il traffico di droga a Roma

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I fratelli Gennaro e Salvatore Esposito, arrestati questa mattina nella maxi operazione a San Basilio, si sarebbero trasferiti a Roma da Nettuno sul finire degli anni 90 dopo un patto stretto dal padre Luigi – storico esponente del clan Licciardi e braccio destro di Gennaro Licciardi detto ‘A Scigna’, tra i capi storici dell’alleanza di Secondigliano – e Michele Senese detto ‘O Pazzo’ boss di Afragola per anni referente della Camorra a Roma. E’ quanto ricostruito dagli investigatori che hanno li hanno oggi arrestati nell’ambito della maxi operazione che ha smantellato due gruppi criminali che operavano nel territorio della Capitale e in particolare nella piazza di San Basilio. I due, Luigi Esposito e Michele Senese, si sarebbero incontrati in una casa di cura della Capitale. A seguito del patto, Genny e Sasà si trasferirono ai Parioli, vivendo in appartamenti di lusso e gravitando nella zona di Ponte Milvio dove si sarebbero avvalsi di gruppi di albanesi per l’approvvigionamento di droga e per utilizzarli come loro braccio armato. Tra gli arrestati compare anche Zogu Airbender, uomo vicino a Massimo Carminati. Le accuse rivolte agli indagati sono, a diverso titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, aggravata dall’uso delle armi, spaccio di droga e a due di essi viene contestato il reato di lesioni gravi, commesse con arma da fuoco e con modalità mafiose.

La misura cautelare si basa sulle indagini effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Via in Selci, nel periodo 2013-2016, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Gallardo”, che hanno consentito di accertare l’esistenza in Roma di un agguerrito sodalizio dedito al narcotraffico, capeggiato dai fratelli ESPOSITO Salvatore e Genny, figli di ESPOSITO Luigi, alias “Gigino Nacchella”, storico esponente del clan camorristico LICCIARDI di Napoli – Secondigliano, il cui nucleo familiare si era stabilito dapprima a Nettuno e successivamente trasferito nella capitale. L’indagine prende il nome dall’autovettura Lamborghini, modello Gallardo, nella disponibilità dei fratelli ESPOSITO. L’indagine ha permesso di documentare l’operatività di due distinte organizzazioni criminali, entrambe armate e dedite al narcotraffico, in stretta sinergia tra loro, di cui una diretta dai fratelli ESPOSITO e l’altra da POLITO Vincenzo. In particolare, la compagine diretta dai fratelli ESPOSITO si occupava prevalentemente della gestione della piazza di spaccio di via Maiolati, sita nel quartiere romano di San Basilio, nonché della fornitura di narcotico nella zona di Nettuno . Tale piazza di spaccio era strutturata secondo un modello tipico della Camorra, ossia con dei “capi piazza” direttamente collegati ai fratelli ESPOSITO, con numerosi pusher ai quali era imposto l’approvvigionamento del narcotico esclusivamente dal sodalizio, e con apposite vedette.Un gestore della piazza si è perfino tatuato su un braccio i diminutivi dei nomi dei suoi capi, ossia “Sasà” e “Genny”, con i quali i predetti fratelli sono conosciuti negli ambienti criminali capitolini. In una circostanza particolare, in data 11.04.2015, in Roma, a San Basilio, tre pusher vennero gambizzati per essersi riforniti da soggetti estranei all’associazione.

La compagine diretta da POLITO Vincenzo era invece impegnata nell’approvvigionamento e successiva consegna di ingenti quantitativi di cocaina in Roma e provincia, avvalendosi della collaborazione di esponenti delle cosche di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, le famiglie FILIPPONE e GALLICO, presenti nella capitale. Il corposo quadro probatorio acquisito a carico degli indagati si basa su attività tecniche e dinamiche, analisi documentale e rilevanti riscontri conseguiti sul campo che hanno già consentito, nel tempo, di arrestare 6 persone, procedendo al sequestro di armi e ingenti quantitativi di sostanza psicotropa, in convergenza con altre attività investigative in carico ad altre Autorità Giudiziarie, tra cui Cagliari, Velletri e Catanzaro. In particolare, il lavoro degli inquirenti ha permesso di sequestrare, nel periodo oggetto di indagine, 25 kg di cocaina, che avrebbero fruttato al dettaglio circa 6 milioni di euro, una pistola tipo revolver cal. 38 “Smith & Wesson” ed una pistola semiautomatica cal 9×21 marca “Beretta mod. 98FS, entrambe oggetto di furto e nella disponibilità di uno degli indagati.Contemporaneamente all’esecuzione delle misure cautelari sono state effettuate 44 perquisizioni, a carico di soggetti risultanti gravitare nell’orbita dei suddetti gruppi criminali, per lo più residenti nel quartiere romano di San Basilio, ma anche a Napoli, Nettuno e paesi limitrofi a Roma. Si tratta di pusher, vedette e vari galoppini delle associazioni colpite dall’operazione dell’Arma dei Carabinieri e della D.D.A. di Roma. Proprio nel corso delle perquisizioni di questa mattina a S. Basilio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno arrestato altre 2 persone in flagranza di reato: – una per detenzione ai fini dispaccio di sostanza stupefacente; – una per la detenzione di un fucile a canne mozze, trovato nella cucina della sua abitazione.

 

(nella foto i boss Michele Senese detto o’ pazzo e Luigi Esposito detto Giggino Nacchella)


Articolo pubblicato il giorno 21 Marzo 2018 - 18:49
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