Sanità a Roma: nove arresti. Indagato anche il deputato Angelucci e l’ex presidente della Cassazione Amedeo

Roma. Nove persone, tra dirigenti della asl Roma 1 e imprenditori, sono state arrestate stamani nella capitale, e altre dieci sono indagate, nell’ambito di un’operazione dei carabinieri del Nas coordinata dal pm Corrado Fasanelli. Al centro dell’inchiesta Maurizio Ferraresi, dirigente della Asl in questione e responsabile della Commissione patenti, che secondo le accuse sarebbe protagonista di almeno tre episodi tra corruzioni e turbativa d’asta. Dall’indagine emergono una serie di gravi irregolarità e reati, che ruotano attorno al dirigente, finito in manette, e al ruolo di primo piano che ricopriva nel settore sanitario: Ferraresi, secondo le accuse, era ‘stipendiato’ da due imprenditori titolari di studi di analisi cliniche, Mario Dionisi (anche lui finito in carcere) e sua sorella Rossella. Il dirigente medico riceveva una tangente di 5000 euro al mese per ‘consigliare’, a chi si rivolgeva alla Commissione patenti, gli studi Dionisi. Nelle intercettazioni gli indagati parlano senza mezzi termini di mazzette, mentre in alcuni casi chiamano le tangenti “un carico di globuli bianchi”. Ferraresi avrebbe anche aiutato alcuni imprenditori a entrare in contatto con un altro dirigente asl, Claudio Cascarino, responsabile per l’unità operativa dell’affidamento di una gara di appalto da 14 milioni per la manutenzione dell’azienda sanitaria. Chi voleva lavorare all’appalto doveva entrare, pagando, a far parte di una ristretta cerchia di ‘amici’ che, secondo gli inquirenti, venivano scelti da Ferraresi e Cascarino. Quest’ultimo, intercettato, si definiva ‘il re’ della gara, sostenendo di avere ‘il coltello dalla parte del manico’. Da parte sua Ferraresi invogliava gli amici imprenditori incitandoli al telefono a ‘prendersi un appaltuccio’.Una terza tranche dell’inchiesta vede indagato l’imprenditore e deputato di Forza Italia Antonio Angelucci per il reato di traffico di influenze, che punisce forme di lobbying illecite dietro compenso o promessa di utilità. Angelucci, secondo le accuse della procura di Roma, avrebbe cercato qualcuno che intervenisse per avere una sentenza favorevole in Cassazione, in merito a un sequestro preventivo. L’imprenditore avrebbe contattato Maurizio Ferraresi, il quale avrebbe assicurato una soluzione al problema chiedendo in cambio ad Angelucci l’assunzione delle fidanzate dei suoi due figli. Per ‘aiutare’ Angelucci, Ferraresi e si rivolse a Franco Amedeo, ex magistrato della Cassazione in pensione, che, a sua volta, avrebbe promesso una soluzione in cambio di un certificato medico falso da Ferraresi che serviva a una sua amica per un’operazione di plastica al seno. Il certificato era necessario per ottenere una mastoplastica attraverso il servizio sanitario nazionale e non privatamente. Stretta la rete di accordi, Amedeo provò a parlare con il giudice della Cassazione che doveva prendere la decisione su Angelucci ma il giudice lo respinse e non se ne fece più nulla. I provvedimenti eseguiti dai carabinieri hanno portato in carcere Ferraresi, Cascarino e Mario Dionisi. Sono ai domiciliari Rossella Dionisi, un suo collaboratore e altri quattro imprenditori. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati a Ferraresi beni per 330mila euro, mentre per il presunto profitto ottenuto dai laboratori di Dionisi sono stati sequestrati quattro milioni e centomila euro.

L’onorevole Antonio Angelucci, in relazione all’avviso di garanzia oggi notificato dalla procura di Roma per l’ipotesi di traffico di influenze illecite per due assunzioni che non sono avvenute, si dichiara totalmente estraneo ai fatti confermando la sua piena fiducia nell’operato della magistratura. E’ quanto si legge in una nota del suo ufficio stampa.

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